Sono rimasto colpito dalla richiesta del Signore
"pregate sempre" (Luca 21:36).
In un primo momento
mi era sembrata una richiesta eccessiva, impossibile da attuare, poi man mano
ne ho capito il senso e mi è sembrato che questo fosse la cosa più naturale da
dover fare. Mi spiego meglio: prima di
tutto ho capito che pregare non era dire parole su parole, infatti il Signore ha detto: "Pregando poi, non
sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di
parole. " (Matteo 6:7) e poi in Giovanni 4:23: "E’ giunto il momento,
ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
perché il Padre cerca tali adoratori.", per cui ho capito che il Signore
vuole da noi ben altro che parole, vuole il nostro cuore e vuole che gli
appartenga totalmente perché, come dice bene Sant’Agostino nelle “Confessioni”:
“il nostro cuore è fatto per Lui”.
Allora ho capito cosa sia la preghiera che il Signore,
l’Onnipotente, vuole da noi: le parole del cuore. Ho capito anche che, se il
mio cuore appartiene totalmente a Dio,
non solo se lo amo sopra ogni cosa, ma se amo ogni altra persona o cosa in Lui
a cui appartiene il mio cuore, allora ogni mia azione, anche la più banale o la
più divertente delle mie attivitài di ogni giorno diventa preghiera, perché la
faccio per suo amore e nel suo amore: è preghiera allora mangiare, dormire,
lavorare, andare a ballare, stare in compagnia della propria fidanzata o della
propria moglie, viaggiare, andare al cinema, in discoteca, ecc. ecc. Scrive Paolo: “Sia dunque che mangiate sia
che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di
Dio.” (1Corinzi 10,31).
Se poi prendo in mano i Salmi o le preghiere della Liturgia,
queste sono per me preghiera e non solo parole, solo se ci sarà il valore
aggiunto del mio cuore per il Signore
In questo modo, penso di rispondere nel modo giusto alla
richiesta del Signore di “pregare sempre”.
Enrico Pierosara
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