”Voi siete il sale della terra”, “Voi siete la luce del
mondo”, sono le parole del Signore che sono risuonate nella lettura del Vangelo
di domenica 9 febbraio. Parole impegnative per ogni credente, comunque
programmatiche e non eludibili. I
cristiani sono stati per secoli sale e luce per il mondo: hanno in un primo
tempo contribuito ad addolcire il diritto romano, con l’abolizione della
schiavitù, l’affermazione della dignità dell’uomo. In epoca di invasioni barbariche hanno
addolcito gli aspri costumi degli invasori, hanno posto le basi del vivere
civile, i vescovi hanno supplito all’inesistenza dello stato. Nel medio evo, in
Europa il cristianesimo ha ispirato con i
suoi ideali la cavalleria, ha saputo regolare in modo più umano la guerra e la
pace con le “tregue di Dio”, i cristiani si sono occupati delle necessità dei poveri, hanno
costruito meravigliose cattedrali per affermare la fede, la Chiesa ha fatto
nascere le prime università. Nel Rinascimento il cristianesimo ha ispirato le
meraviglie dell’arte in tutta Europa, ha cercato di moralizzare la nascente economia
internazionale, le regole della diplomazia e della pace. Nel corso dei secoli
successivi le missioni hanno portato la luce del cristianesimo con i suoi
valori umani e spirituali nel Nuovo Mondo, in Africa e in Asia. Nel ‘700, nuove
ideologie razionaliste hanno cercato di combattere i valori cristiani e la
stessa Chiesa in nome della ragione, provocando però con la rivoluzione
francese la morte di un terzo di cittadini e le cruente guerre napoleoniche che
hanno insanguinato l’Europa intera. I subbugli della nascita degli stati moderni
sono stati guidati dalla massoneria mettendo in ombra i valori cristiani, ma sono poi sfociati in Europa,
nello scorso secolo, in terribili dittature e guerre che hanno portato solo
morte e dolore. Oggi all’inizio del terzo
millennio, siamo, anzi dovremmo essere noi , il nuovo sale e la luce del mondo.
La Chiesa ha riacquistato una importante presenza di immagine nel mondo, nei
consessi internazionali, nei grandi giornali, nella diplomazia, ma è ancora
luce del mondo? Il mondo sembra
ascoltarla solamente quando Essa condivide le sue stesse posizioni in materia
sociale o ecologica, considera la Chiesa
un Ente morale di cui tenere conto fintanto che condivide le sue posizioni,
tanto che talvolta viene percepita come
una ONG associata alle nazioni Unite di cui sembra farsi portavoce. Nell’illusione di evangelizzare il mondo indulgendo
con falsa misericordia sulle posizioni
morali e sociali della società contemporanea,
cristiani, sacerdoti e vescovi talvolta sembrano inseguire
valori che contraddicono il deposito della fede e della morale ricevuto dagli
Apostoli e tramandato fino ad oggi. Un
esempio concreto e attuale è il documento che si è dato la conferenza
episcopale tedesca in preparazione al “cammino sinodale” che si sta
concretizzando in questi giorni. Sembra che la maggioranza dei vescovi tedeschi
stia ripercorrendo la strada sbagliata dei luterani che hanno fatto propri i
valori del mondo con la conseguenza di aver svuotalo le loro chiese fino a
ridursi alla irrilevanza. Questi vescovi
pensano di raggiungere le “pecorelle smarrite” assimilando e giustificando i
loro valori e non si accorgono delle “pecore” che, avendo percepito le loro contraddizioni,
stanno in massa abbandonando l’ovile. Nella nostra Italia si hanno avvisaglie
simili, invece di predicare il Cristo salvezza del mondo, capita talvolta di
sentire predicare un nuovo tipo di salvezza nella politica, nella sociologia,
nella “conversione ecologica”. I cristiani invece non dovrebbero mai
dimenticare di essere difronte al mondo
“pietra di contraddizione” come lo è il Cristo di cui sono corpo. Il
mondo contemporaneo che vive su valori fondati sull’edonismo, sull’opportunismo
e su una cultura di morte fatta di
droga, aborti, negazione della fedeltà coniugale, confusione di genere ha un
forte bisogno di luce vera, di speranza, di guide che indichino in modo sicuro il
senso della vita e quei valori immortali che ricordano all’uomo la sua origine divina e la sua metà nell’amore del Creatore.
Enrico Pierosara